Diversificare le foto di stock, cambiare la percezione
Qualche giorno fa, una mia amica mi ha inviato il link a un articolo pubblicato sul sito di uno dei maggiori quotidiani nazionali con un commento ironico sulla foto a corredo del testo. L’articolo riguardava le misure economiche a sostegno della famiglia e la foto mostrava una coppia di giovani genitori, con un figlio e una figlia, che correvano sul bagnasciuga tenendosi per mano. Ovviamente erano tutti sorridenti, di bell’aspetto e con fisici scultorei. Inoltre rappresentavano un immaginario di famiglia stereotipato, che sembra essere rimasto invariato da più di mezzo secolo.
Le foto che i giornali usano per illustrare scene generiche di vita quotidiana (ambiente lavorativo, tempo libero, scuola) oppure sentimenti ed emozioni o relazioni sociali sono, nella maggior parte dei casi, realizzate con modelli professionisti in situazioni allestite dal fotografo.
Si chiamano foto di stock e vengono fornite da siti o agenzie specializzate, sono comunemente usate nelle pubblicità e nella grafica perché offrono, a prezzi contenuti o grazie ad abbonamenti, licenze che garantiscono una vasta gamma di utilizzi. Grazie alla loro ampia diffusione sono anche le immagini che più facilmente vengono trasformate in meme.
E’ ovvio quindi che siano una categoria di foto in grado di influenzare e condizionare, senza che ce ne accorgiamo, la nostra visione del mondo. Vedere solo un certo tipo di persona in una determinata situazione ci spinge a considerare normale e aderente alla realtà quel modello di rappresentazione. Ad esempio, vedere un uomo bianco in giacca e cravatta con attitudine autorevole in un ufficio, ci porterà con più facilità a immaginare che i dirigenti o gli imprenditori siano tipicamente uomini e bianchi.
Negli ultimi anni, anche grazie alla nascita di siti di stock con un differente modello di business, come Unsplash, è più facile trovare foto di persone di diverse età, etnie e che rispondano a canoni estetici non convenzionali. Ma se non tutte le persone che si occupano di mettere le foto in pagina e online mostrano attenzione per il tipo di immagine con cui corredano un articolo, per altri ci sono ancora poche occasioni di vedere rappresentate tutte le tipologie di persone, soprattutto quelle dall’identità trans o non binaria.
Per questo motivo, la rivista canadese “Vice” ha realizzato una collezione di stock fotografico chiamata “The Gender Spectrum Collection”, con foto di modelli trans o di genere non binario ripresi in situazioni quotidiane. Le foto vengono utilizzate dalle diverse edizioni della rivista, anche quella italiana, per aumentare e migliorare la rappresentazione di una comunità che storicamente è stata poco rappresentata e che ha subito rappresentazioni stereotipate, spesso dannose.
«Limitare le rappresentazioni visive delle persone trans e non-binarie nei media limita anche la gamma di storie in cui immaginiamo questi soggetti. Con questa collezione, speriamo di incoraggiare rappresentazioni più ricche di persone trans e non-binarie all’interno del più importante modo di comunicazione pubblica della società, visivamente ed editorialmente», si legge nella pagina del progetto.
“Vice” ha reso queste foto disponibili anche ad altri condividendole con licenza CC BY-NC-ND chiarendo che l’utilizzo editoriale è comunque consentito e fornendo delle linee guida per chiunque fosse interessato a usarle. Trovo interessante citare un passaggio fondamentale delle linee guida, che stimola la riflessione su stereotipi fotografici e modelli di rappresentazione, utile non solo per la comunità trans.
«Quando si allega una foto a un articolo, bisogna pensare criticamente a come il titolo di accompagnamento potrebbe riflettersi sulla comunità trans. Comprendere gli stereotipi e i tropi che hanno accompagnato la rappresentazione mediatica dei transgender – come ad esempio i soggetti trans che vengono presentati solo come lavoratori del sesso, ritratti solo come vittime o in momenti di crisi, e caratterizzati come ingannevoli e mentalmente instabili – può aiutare a evitarli. Se il tuo utilizzo di una di queste foto potrebbe alimentare uno stereotipo o uno stigma negativo, probabilmente non dovresti usarla. Sfidate i tuoi pregiudizi impliciti e le tue supposizioni su come l’identità di genere e l’espressione di genere siano correlate ad altri aspetti dell’identità, come il sesso assegnato alla nascita, la razza, l’età, la sessualità e la classe sociale».